Alcune recenti ricerche affermano che non c’è alcun legame tra grassi saturi e cardiopatie. Ai media (e anche a chi vuole mantenere le proprie cattive abitudini!) piace molto questo messaggio. Ma cosa c’è dietro tutto questo?
di Frederic Patenaude
L’opinione pubblica sulla relazione tra grassi saturi e cardiopatie sta cambiando rapidamente, ad opera dei sostenitori delle diete “paleo” e dei media che cavalcano l’onda di alcuni nuovi studi sulla relazione tra colesterolo, grassi saturi e problemi cardiaci.

Dal sito di Chris Kresser: “Il mito della dieta per il cuore: colesterolo e grassi saturi non sono il nemico”
Ad esempio, se digito “grassi saturi e cardiopatie” in Google, come risultato, oltre alle ricerche scientifiche trovo una serie di titoli provocatori di diversi autori:
- Nuove analisi scientifiche confermano che i grassi saturi non sono collegati alle cardiopatie (Mercola)
- Confusione su grassi e cardiopatie? Questa ricerca spiega il perché (Time Magazine)
- Nuovo studio pone l’ultimo chiodo nella bara de “i grassi saturi provocano le cardiopatie” (Chris Kresser)
Tutti questi articoli si riferiscono ad alcuni studi di osservazione meta-analitici, in cui non è stata trovata alcuna relazione tra le cardiopatie e i grassi saturi.
Ad esempio, una ricerca del 2009 afferma:
Una meta-analisi di studi epidemiologici prospettici ha mostrato che non ci sono prove significative per concludere che i grassi saturi alimentari siano associati a un maggior rischio di CHD o CVD.
Perciò, cosa dovremmo pensare?
Sembra che il pubblico abbia risposto con entusiasmo a questa confusione, mangiando pancetta e burro senza remore.
Il dr. Michael Greger (di cui abbiamo parlato in un recente articolo) spiega il perché di questa confusione in un video.
Il suo discorso è un po’ complesso e in inglese, perciò lo riassumiamo qui:
- Centinaia di studi fatti provano senza ombra di dubbio che l’assunzione di grassi saturi è la maggior causa dell’aumento di LDL, il colesterolo “cattivo”. Questi studi sono stati condotti in laboratorio, dove i ricercatori hanno un controllo del 100% sulle diete prescritte alle persone. Anche le prove di controllo randomizzate confermano questi risultati.
- Gli studi osservazionali (epidemiologici) NON trovano questo legame a causa di fattori altamente variabili e difficilmente individuabili nelle singole persone
- Gli esperimenti in cui c’è un controllo sulle diete danno risultati differenti e DIMOSTRANO che i grassi saturi provocano l’aumento del colesterolo.
- Gli studi osservazionali semplicemente non hanno la CAPACITA’ di dimostrare questa relazione.
La comunità “paleo” ha abbracciato questi studi osservazionali (finanziati dall’industria della carne) perché confermano il loro punto di vista. Tuttavia, questo significa ignorare completamente le prove evidenti che dimostrano il ruolo giocato dai grassi saturi nello sviluppo delle cardiopatie.
Spesso, le persone amano sentire “buone notizie sulle proprie cattive abitudini!”
Sperimentatore e ricercatore del benessere e della salute. Appassionato di alimentazione da oltre 12 anni, applico e diffondo informazioni nel campo della salute naturale e dell’alimentazione a base vegetale a basso contenuto di grassi, ricca in cibi crudi. Scopri di più su di me.
A casa mia non non si consumano grassi animali, solo olio di oliva, sesamo, canapa e girasole a volte.
Credo però che i grassi saturi non siano l’unica causa dell’aumento del colesterolo nell’organismo. Incide molto anche lo stress e la quantità di saccarosio che si assume.
A mia madre, quando aveva 70 anni, è stata imposta dal medico la rinuncia a burro e lardo crudi, cibi che lei amava molto a colazione (in modica quantità a dire il vero).
Da quel momento i sui valori di colesterolo sono aumentati progressivamente, lei dice per via delle rinunce, che le pesavano.
Effettivamente da quando è tornata ai suoi cibi preferiti, “voltando le spalle” alle raccomandazioni dietetiche, i valori preoccupanti sono scesi.
Anche il papà ottantenne della mia collega, che ama a dismisura i salami, si gode la vita, non si preoccupa mai di nulla e le sue analisi sono perfette. Non posso non pensare che conti molto come vivi dentro….
No, il problema maggiore è causato da pi grassi di origine animale, non vegetale.
Ovviamente dipende anche da cosa si intende per grasso vegetale, se prendiamo gli oli estratti tipo colZa o oltri, sicuramente non sono salutari, ma il cocco non ha grosse controindicazioni, sempre se non si esagera.
Ma i grassi animali sono molto più pericolosi anche perché si assumono insieme alla carrne, quindi i rischi si moltiplicano.
Lo vorrei sapere anche io
Quanto affermato nell’articolo vale anche per i grassi saturi a media e corta catena del cocco( e derivati)? Di questo genere di grassi si leggono in giro cose positive..voi cosa ne pensate?