Ecco, da uno dei convegni più importanti al mondo, quello che dicono le ultime ricerche su dieta e salute. Vediamo quali sono i maggiori fattori di rischio e le diete-miracolo in grado di far regredire le malattie.

 

di Frederic Patenaude

Lo scorso week end ho partecipato all’ “Advanced Study Weekend” organizzato dal dr. McDougall. Egli organizza questo convegno due volte l’anno e vi ho già partecipato diverse volte in passato. Lo considero il miglior evento organizzato al mondo per quanto riguarda la salute. L’informazione è aggiornata, libera da propaganda e di natura non commerciale.

Ecco quello che ho tratto dal convegno di quest’anno.

 

1) Kim Wiliams: dieta e disturbi cardiovascolari

alimentazione vegana kim wiliams

Il dr. Kim Williams è il presidente dell’American College of Cardiology. Prima di venire alla conferenza, è stato in visita alla Casa Bianca. Egli è un cardiologo convenzionale che segue una dieta non convenzionale: essendo stato malato di cuore, infatti segue un’alimentazione vegana.

Il suo intervento è molto informativo e obiettivo. Sintetizza i risultati delle ultime ricerche in termini di dieta e cardiopatie. Molti autori selezionano i dati in modo da favorire i loro punti di vista, ma non è questo il caso del dr. Williams: quando una ricerca presenta prove deboli a supporto di una dieta a base di cibi vegetali, lo sottolinea.

Ecco alcuni dei punti più interessanti del suo intervento:

  • Le cardiopatie sono ancora la prima causa di morte tra gli americani, sia uomini che donne (smentendo l’opinione comune che le donne muoiano per altri disturbi).
  • Trattamenti e farmaci servono a gestire il disturbo. Ad esempio, in caso di attacco di cuore, se una persona si presenta al pronto soccorso entro 90 minuti, il tasso di morte passa dal 30% a 3%. Tuttavia, non vanno alla radice del problema.
  • Livelli normali o “buoni” di colesterolo non proteggono. E’ comunque possibile morire per una cardiopatia anche con livelli bassi di colesterolo. Ciò che importa veramente è descritto nei punti seguenti.
  • La proteina C-reattiva (CRP), che è un marker dell’infiammazione. Si associa alla morte e agli attacchi di cuore; la combinazione tra livelli alti di CRP e di colesterolo è mortale.
  • Una dieta vegetale funziona nel prevenire e far regredire le cardiopatie. A volte dev’essere combinata con la somministrazione di statine, ma semplicemente perché non c’è ancora la certezza che la dieta vegetale da sola sia sufficiente.
  • Una dieta basata su cibi vegetali è molto anti-infiammatoria: l’infiammazione è proprio la radice del problema.
  • Lo zucchero va evitato poiché i cibi ad alto carico glicemico hanno un impatto importante sui livelli di colesterolo.
  • Le diete altamente proteiche causano morte e cardiopatie. Una ricerca ha dimostrato che con una dieta low-carb, ad alto contenuto proteico, nel lungo termine il rischio di morte aumenta del 22%.
  • La carne rossa aumenta la mortalità. Il miglior sostituto della carne, che diminuisce il rischio di cardiopatie, sono le noci e i semi.
  • Troppo ferro (di origine animale) nella dieta è un fattore di rischio per le cardiopatie. Il ferro ossidato si attacca alle molecole del sangue (degli animali) e il suo consumo si associa ad un maggior rischio (addirittura doppio) di attacco di cuore. Il ferro di origine vegetale invece non dà questi problemi. 

 

2) Garth Davis: come l’ossessione per le proteine ci sta uccidendo

dieta vegana garth davis

Il secondo intervento è stato quello di Garth Davis, chirurgo bariatrico. La chirurgia bariatrica è quella branca della chirurgia che si occupa del trattamento chirurgico dei pazienti affetti da obesità. La perdita di peso si ottiene riducendo il volume dello stomaco tramite un anello gastrico, la rimozione di una sua parte o una deviazione (bypass gastrico).

Stranamente, Garth è un chirurgo bariatrico diventato vegano per ragioni di salute, e spera che i suoi pazienti, seguendo il suo esempio, un giorno non abbiano più bisogno di lui.

L’argomento della sua lezione è la dipendenza dai cibi proteici, ma in realtà spazia ampiamente, con grande energia e humor, cercando di sintetizzare tutte le ricerche che ha portato avanti in questi anni. Questo medico è seriamente impegnato a cercare di comprendere i fattori che portano veramente a una perdita di peso sostenibile, e parla molto candidamente della professione di cui fa parte: “non abbiamo mai imparato la nutrizione – proprio per niente!” Parla della conferenza per gli esperti di obesità, chiamata “Obesity Week”, in cui non c’è un singolo intervento dedicato al cibo e all’alimentazione!

Ecco i punti più interessanti del suo discorso.

  • Per anni, ha notato che i suoi pazienti non riuscivano a perdere peso nonostante seguissero diete altamente proteiche. Le proteine vengono raccomandate per perdere peso e per anni egli ha continuato a dire ai suoi pazienti “per prima cosa, mangia le proteine”. Uno sguardo più approfondito alle ricerche gli ha fatto comprendere che l’ossessione per le proteine uccide [gli americani hanno la speranza media di vita più bassa tra i paesi occidentali].
  • Alle persone che dicono che gli studi epidemiologici non dimostrano nulla perché “correlazione non equivale a causazione”, egli risponde che questo è vero se ci si riferisce a una sola variabile. Ma le analisi multi-variabili sono diverse, perché prendono in considerazione tutto. E se uno studio non è sufficiente, si può replicarlo in diversi paesi: se tutti vanno nella stessa direzione, questo ha un significato.
  • Lo studio Epic-Panacea ha dimostrato che 5 porzioni di frutta e verdura al giorno aumentano di 5 anni la durata media della vita. Non fumare ne aggiunge altri 5. Una equilibrata attività fisica ne aggiunge 2. Tutti questi fattori combinati ne danno 10, e se non si beve alcool, diventano 14! Ma solamente il 3% degli americani fa le prime tre cose.
  • I seguaci della dieta Paleo evitano lo zucchero per via dell’insulina, ma la carne provoca una secrezione di insulina equivalente a quella provocata dallo zucchero. In realtà, il consumo di fruttosio è inversamente correlato allo sviluppo del diabete. Rimpiazzando i grassi saturi anche con puro glucosio si osserva una diminuzione del 30% nella secrezione di insulina.
  • Il pollo contiene più estrogeni della soia. Il consumo di pollo è una delle cause primarie dell’aumento di peso e di un accresciuta percentuale di linfomi.
  • Gli indiani Pima sono passati dal non avere un solo caso di diabete all’essere la popolazione più colpita da questa malattia, tutto a causa di un cambiamento nella dieta. Prima seguivano una dieta a base di cibi vegetali (ad alto contenuto di carboidrati).

 

3) Joel Kahn: regressione miracolosa delle cardiopatie con la dieta

Joel kahn regressione malattie

Dopo una carriera come cardiologo e chirurgo al pronto soccorso, Joel Kahn si sta ora dedicando all’insegnamento dell’alimentazione a base di cibi vegetali.

Ecco i punti salienti del suo intervento:

  • La Finlandia nei primi anni ’70 era un paese agricolo con pochi casi di attacchi di cuore, quando improvvisamente scoppiò una specie di epidemia: uomini sulla quarantina morivano improvvisamente ogni giorno. Questo portò alla campagna pubblica per la riduzione delle cardiopatie di maggior successo nella storia. Nel nord della Carelia fu rimpiazzato il burro con l’olio vegetale e fu incrementato il consumo di frutta e verdura. La percentuale di fumatori, che era del 60%, oggi è del 20%. In 5-10 anni le cardiopatie sono diminuite dell’85%.
  • Il cibo può essere un veleno: si verifica un danno alle arterie pochi minuti dopo un “cattivo” pasto, e l’effetto dura per ore. L’effetto è istantaneo. Come esempio, cita uno studio dove un gruppo fece una colazione low fat a base di fiocchi d’avena, mentre un altro mangiò un “egg McMuffin” [sandwitch a base di uova, bacon e formaggio]. Nel giro di 40 minuti, nel secondo gruppo si verificò una diminuzione significativa nella capacità delle arterie di dilatarsi, espandersi e resistere a un attacco di cuore.
  • La moderazione nella dieta non aiuta a guarire. Ci vogliono scelte precise nella dieta per far regredire processi patologici in atto da anni. Nelle ricerche, i gruppi più “moderati” non hanno ottenuto risultati buoni come quelli più “radicali”.
  • Descrive dettagliatamente la storia e i risultati del programma Ornish, che con la dieta riesce a eliminare l’angina 9 volte su 10 (cosa che i farmaci non riescono a fare).
  • Nel 2003 si è scoperto che abbiamo meno geni di un lombrico, tuttavia i nostri geni possono attivarsi e disattivarsi. Cambiamenti salutari nel nostro stile di vita possono attivare i geni che sopprimono il cancro e disattivare quelli che promuovono la sua crescita. Questo i farmaci non possono farlo.

 

4) Michale Greger: il cibo come medicina. Prevenire e curare le malattie con la dieta.

Michale Greger dieta malattie

Michael Greger è un brillante oratore, e il suo aspetto è migliore che mai. Il suo motto è “Leggo ogni singola ricerca in lingua inglese su alimentazione e salute, in modo che non dobbiate farlo voi!”

Il suo discorso verte sulle “malattie più temute”.

Qui di seguito i punti più interessanti.

  • Il cancro colon-rettale è il secondo tipo di cancro più letale. E’ estremamente raro nelle popolazioni native africane, ma tra gli afroamericani il tasso è 50 volte più alto. Si pensava dipendesse dalle fibre, ma nonostante l’alimentazione africana moderna ne contenga molto poche, il tasso di cancro al colon non è aumentato. La grande differenza? Mangiano poca carne. I nativi africani, nonostante la loro dieta povera di fibre, hanno un colesterolo totale medio pari a 139, mentre quello degli afroamericani è di 212.
  • Cardiopatie: “Anche se tutti gli americani mantenessero il proprio livello di colesterolo sotto i 200 mg/dl, milioni svilupperebbero comunque dei disturbi alle coronarie.” Con i disturbi cardiaci, la moderazione uccide: il colesterolo va mantenuto sotto i 150 mg/dl.
  • L’ipertensione uccide 1000 persone al giorno. Invecchiando, la nostra pressione sanguigna sale, e la maggior parte delle persone sopra i 60 anni soffre di pressione troppo alta. E’ un inevitabile e naturale aspetto dell’invecchiamento? Nelle popolazioni africane, la pressione migliora con l’età! La loro dieta è a base di mais, fagioli, frutta e verdura.
  • Per quanto riguarda la pressione, più bassa è meglio è. Perfino le persone che in partenza hanno valori “ideali” di 120/80, traggono benefici quando riescono ad abbassarla. Valori davvero ideali sono sotto i 110/70.
  • In Cina, gli anziani che seguono diete a base di cibi vegetali, hanno valori bassi di pressione sanguigna. Come sappiamo che ciò è dovuto ai cibi vegetali che mangiano? Lo sappiamo perché nei paesi industrializzati, valori così bassi sono stati osservati solamente tra i vegetariani stretti. Secondo le ricerche, somministrando carne ai vegetariani la pressione sale.
  • Se già segui una dieta a base di cibi vegetali integrali e nonostante questo superi i valori 100/70, puoi fare le seguenti cose:

Prendere una tazza di infuso di ibisco ad ogni pasto. Ha la stessa efficacia dei farmaci, senza effetti collaterali.

Prendi alcuni cucchiaini di semi di lino macinati ogni giorno.

Il “vino rosso” senz’alcol sembra essere d’aiuto.

  • Le diete a base vegetale battono le linee-guida ADA [American Diabetes Association] per il diabete senza restrizioni quantitative. Una ricerca interessante fu fatta sulle diete ad alto contenuto di carboidrati senza perdita di peso. Le persone venivano pesate ogni giorno e quelle che perdevano peso venivano fatte mangiare di più. I risultati: i pazienti passarono da 26 a 11 unità di insulina, tagliando del 60% la quantità di insulina necessaria, in soli 16 giorni, senza perdere peso.

 

5) Luigi Fontana: salute e la longevità attraverso la dieta.

Luigi Fontana Veganismo

L’intervento successivo è di un medico e ricercatore che si sta specializzando in longevità. Molto interessante!

Ecco i punti di maggior rilievo.

  • Sulla base degli studi sui gemelli identici, sappiamo che il 25% della longevità si basa sui nostri geni. Il resto sta a noi. Sappiamo che alcuni fattori possono aumentare la durata e la qualità della nostra vita… vediamo quali.
  • Mantenersi magri. Il grasso addominale è causa di infiammazione cronica.
  • La restrizione calorica aumenta negli animali la durata della vita e li mantiene in salute. In specie più vicine all’uomo (scimmie rhesus) funziona una restrizione del 30%: gli animali vivono più a lungo e si ammalano meno.
  • Molte persone stanno mettendo in pratica una restrizione calorica del 25%, seguiti da dei ricercatori. Tutti i loro bio-markers migliorano, il grasso corporeo scende al 12% e la pressione sanguigna si abbassa. Si riscontra un profilo genetico da 25-enni in individui di 55 anni.
  • Ci sono però dei problemi legati alla restrizione calorica: bisogna fare un sacco di controlli per assicurarsi di assumere tutti i nutrienti essenziali e non incorrere nella malnutrizione.
  • Effetti collaterali della restrizione calorica negli esseri umani possono essere: estrema magrezza negli uomini, sensibilità al freddo, calo della libido (dovuto al calo degli ormoni sessuali), riduzione della massa ossea (anche se la qualità ossea sembra preservata) e irregolarità mestruali nelle donne.
  • La domanda è: c’è un’altra via? I digiuni periodici sembrano una soluzione.
  • In una interessante ricerca, gli animali erano stati messi in restrizione calorica al 30%, tuttavia mangiavano molto più spesso poiché nel loro cibo era stata aggiunta fibra per diluirlo. In questo caso la durata della vita degli animali non aumentò. Perciò il fattore determinante sembra essere non la restrizione calorica, quanto i periodi di digiuno.
  • Una serie di ricerche è stata fatta per cercare di comprendere il processo. Molti di questi studi (condotti sugli esseri umani) sono ancora in corso e ci vorrà del tempo per averne i risultati, ma abbiamo già alcune conclusioni interessanti.
  • Sembra che i tempi dei pasti siano importanti, e che per una salute ottimale sia meglio fare una colazione più abbondante e una cena modesta (o saltare la cena). In uno studio, a due gruppi fu assegnata una dieta di 1800 calorie. Al “gruppo colazione” furono date 980 calorie per colazione, 640 per pranzo e 190 per cena. Al “gruppo cena” furono date 190 calorie per colazione, 640 per pranzo e 980 per cena. Nel “gruppo colazione” si osservò un minor peso, una miglior tolleranza al glucosio e un minor livello di testosterone nelle donne.
  • Negli studi condotti su animali, la restrizione proteica inibisce la crescita del cancro. Questo sembra valere solo per le proteine di origine animale, a causa di un amminoacido chiamato metionina. Gli animali vivono più a lungo con una dieta a basso contenuto proteico.
  • L’IGF-1 è un ormone della crescita che stimola la crescita del cancro e sembra essere aumentato dall’assunzione di proteine. Per ridurre i livelli di questo ormone, secondo le nuove ricerche, dobbiamo ridurre le proteine E le calorie totali.
  • Nelle diete a basso contenuto proteico si osserva una riduzione dell’infiammazione.

 

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