L’olio di cocco fa male? E’ ritenuto da molti un super-cibo in grado di fare miracoli per la salute, ma ecco invece la verità sull’olio di cocco e perché non devi credere a tutto ciò che si racconta.
di Elena Wilkins*
Prova a cercare su Google i “benefici dell’olio di cocco” e in pochi istanti lo schermo si riempirà di affermazioni miracolose come queste.
L’olio di cocco:
- fa bene al cuore
- è ottimo per perdere peso
- cura l’ipotiroidismo
- fa svanire i cerchi neri attorno agli occhi
- dà sollievo alla gola
- contiene pochi grassi
- attenua le rughe
- previene le smagliature
- ha proprietà antiossidanti e aiuta nell’assorbimento di altri minerali
Molte di queste affermazioni sono assurde e al limite della credibilità.
Una blogger ad esempio sostiene che:
E’ presumibilmente l’olio più nutriente e ha molte proprietà benefiche per la salute. (11)
Conclude l’articolo in questo modo:
Cos’è che l’olio di cocco non riesce a fare? Lo sto ancora cercando!
Incredibile, giusto?
Sbagliato! Perché milioni di persone sono state portate ingannevolmente a credere che l’olio di cocco sia un cibo miracoloso. Infatti, il dr. Oz ha escogitato ben 99 modi per utilizzare questa bestia occludi-arterie! (10)
Qualche anno fa vi raccontai quanto è pericoloso credere alla bugie ben confezionate sugli oli… di qualsiasi tipo – di cocco, d’oliva o altro. Oggi, tuttavia, voglio focalizzarmi solo su uno di essi, quello di cocco, e su tutte le bugie sui suoi presunti benefici che si sentono in giro.
Leggendo l’articolo ti renderai conto che l’olio di cocco fa male e andrebbe utilizzato solamente per nutrire la pelle, rimuovere il trucco o come ingrediente per un fantastico deodorante fatto in casa [in inglese].
Ho chiesto alla dottoressa Pamela Popper, con cui abbiamo parlato di dieta e stile di vita ottimale per una sana gravidanza [qui il podcast, in inglese], di darci il suo parere di esperta sull’argomento, per smascherare le bugie sui benefici dell’olio di cocco che potresti esser stato portato a credere. E’ stata felice di farlo.
Ecco tutta la verità che hai bisogno di sapere sull’olio cocco per poter scegliere consapevolmente se inghiottirlo o metterlo sulle porte che cigolano.
Perché l’olio di cocco fa male alla salute
L’olio di cocco viene descritto quasi come qualcosa di magico. Alcuni sostengono che l’olio di cocco curi il morbo di Alzheimer, l’ipotiroidismo, il cancro e quasi ogni altra malattia. Ma queste affermazioni sono vere?
La sola analisi dei nutrienti ci dice che, più probabilmente, l’olio di cocco non è un cibo salutare. Un cucchiaio di olio di cocco contiene 116 calorie e 14 grammi di grassi, di cui 12 g sono grassi saturi. Per mettere tutto nella giusta prospettiva, il lardo contiene solamente 5 grammi di grassi saturi per cucchiaio. Tuttavia molti fans dell’olio di cocco sostengono che non sia rilevante né la sua alta percentuale di grassi saturi, né l’aumento del colesterolo plasmatico derivante dal suo consumo.
Citano popolazioni come gli abitanti di Kitava e i Minangkabau indonesiani, che seguono una dieta ad alto contenuto di olio di cocco e godono di un’eccellente salute.
Cominciamo con i circa 2500 abitanti di Kitava, molti dei quali sono contadini. La dieta di Kitava consiste principalmente di tuberi (yams, patate dolci e taro), frutta, pesce e cocco. Non consumano latticini e cibi raffinati, né bevono alcool, caffè o tè. Dal punto di vista dei macronutrienti, la loro dieta è composta al 69% da carboidrati, al 21% da grassi, e al 10% da proteine.
Non c’è da sorprendersi se, con questa dieta, i Kitava hanno valori più bassi di indice di massa corporea, pressione sanguigna, colesterolo e colesterolo LDL rispetto alle persone che vivono nei paesi occidentalizzati. Non c’è da sorprendersi nemmeno che in questa popolazione le malattie cardiache quasi non esistano. I ricercatori affermano che le abitudini alimentari dei Kitava, assieme a bassi valori di colesterolo nel siero, sono responsabili del loro eccellente stato di salute. [1] In altre parole, i Kitava seguono una dieta a base vegetale, con un alto contenuto di carboidrati, un relativamente basso contenuto di grassi e un basso contenuto di proteine. Cocco, olio di cocco e pesce sono componenti minori della loro dieta, come evidenziato dalla distribuzione dei macronutrienti, con un’alta percentuale di carboidrati e basse percentuali di grassi e proteine. Difficilmente questo può andare a sostegno di una dieta ad alto contenuto di grassi o colesterolo, o dell’affermazione che “il colesterolo plasmatico non è rilevante”. I Kitava seguono una dieta povera di grassi, hanno bassi livelli di colesterolo plasmatico e la loro alimentazione e il loro stato di salute sostengono ciò che noi insegniamo, non le affermazioni dei sostenitori dell’olio di cocco e delle diete ricche di grassi.
Anche la dieta dei Minangkabau indonesiani include cocco e olio di cocco, ma è leggermente diversa. La dieta dei Minangkabau ha un alto contenuto di verdure, riso, frutta, pesce e cocco, con il cocco come fonte primaria di grassi. Bistecca e pollo vengono consumati in occasioni speciali, il maiale non viene mangiato, e agnello, capra e selvaggina vengono mangiati raramente. [2] La loro dieta è molto più ricca di grassi (30,2%), di cui una parte significativa consiste in grassi saturi. I Minangkabau hanno il più alto tasso di ipertensione dell’Indonesia (23,6%) e anche la più alta percentuale di persone obese, con il 36%. [3] Apparentemente l’alto consumo di grassi e di olio di cocco non fa molto bene ai Minangkabau. In conclusione, le diete e lo stato di salute di popolazioni come queste, che spesso vengono menzionate nei siti che promuovono l’olio di cocco, non sostengono l’idea che le persone dovrebbero includere olio di cocco nella propria dieta, seguire una dieta ricca di grassi, o non preoccuparsi del proprio colesterolo.
I suoi sostenitori affermano che in alcuni studi si è visto che la fonte primaria di grassi saturi nell’olio di cocco, l’acido laurico, aumenta i livelli di HDL. Questo è vero. Ma non è dimostrato che aumentare i livelli di HDL faccia una differenza positiva in termini di salute a lungo termine: infatti gli studi hanno dimostrato che i farmaci e gli integratori che aumentano il colesterolo HDL non migliorano la salute, e in qualche caso la peggiorano. [4] [5]
L’effetto dell’acido laurico sul colesterolo LDL dipende da quale sia il grasso che esso va a sostituire nella dieta. Se sostituisce grassi vegetali e polinsaturi, aumenta l’LDL; se sostituisce il burro, il suo effetto solitamente è neutrale.
Molti promotori sostengono che l’olio di cocco favorisce la perdita di peso, basandosi sull’affermazione non dimostrata che i trigliceridi a media catena nell’olio di cocco vengono metabolizzati in modo differente rispetto ad altri tipi di grassi. Questa affermazione è largamente ipotetica e si basa su studi animali. Le poche ricerche che hanno coinvolto esseri umani per quanto riguarda il consumo di olio di cocco e il dimagrimento, hanno dato risultati discordanti.
Mary Newport è una dottoressa che afferma di aver curato suo marito dal morbo di Alzheimer con l’olio di cocco. Il suo libro Alzheimer’s Disease: What if There Was a Cure? [Morbo di Alzheimer: e se ci fosse una cura?] fa affermazioni non solo sui benefici dell’olio di cocco per il morbo di Alzheimer, ma anche per altri disturbi neurologici. Le “prove” presentate nel libro sono principalmente storie (inclusa la sua storia personale), ricerche ipotetiche e studi animali. Appare spesso online col dottor David Perlmutter, autore di La dieta intelligente, un altro libro di racconti sulla salute con poche prove.
Ho diverse osservazioni da fare sul libro della Newport e sulla sua ipotesi. La Newport sostiene che una dieta chetogenica, non l’olio di cocco, abbia curato suo marito. A meno che suo marito non abbia vissuto quasi esclusivamente di olio di cocco, è altamente improbabile che la sola aggiunta di olio di cocco fosse sufficiente a tenere suo marito in uno stato di chetosi. Sul suo sito, ha postato informazioni su una ricerca promettente sulle diete chetogeniche per i malati affetti da diverse malattie, compreso il cancro. [6] Questi studi non vengono condotti per vedere se l’olio di cocco abbia proprietà magiche e sia in grado di curare disturbi neurologici e cancro; piuttosto includono l’uso di diete chetogeniche, in aggiunta a diversi altri trattamenti per queste malattie. Questo è molto fuorviante; la Newport promuove le proprietà curative dell’olio di cocco citando ricerche che non studiano l’olio di cocco come cura per i disturbi.
Sul suo sito afferma anche che suo marito ha avuto miglioramenti ed è rimasto stabile per 2 anni dopo “la cura dell’olio di cocco” e poi è morto a causa dell’Alzheimer. Difficilmente questa può essere la “cura” che i malati di Alzheimer e le loro famiglie stanno cercando.
La Newport ringrazia le persone che hanno mandato le proprie testimonianze sull’olio di cocco, sostenendo di averne ricevute più di 400. Afferma che alcuni pazienti non hanno avuto risultati, ma che “…la grande maggioranza ha (sic) riportato miglioramenti nelle funzioni cognitive e nella complessiva qualità di vita”. Forse questo può ispirare qualcuno, ma mancano prove che incoraggino le persone a consumare olio di cocco.
Il sito della Newport comprende una sezione chiamata “Articoli da leggere e stampare” in cui vengono riportati alcuni casi studio, articoli di giornale, e una lista di “Fonti scientifiche per la ricerca sui chetoni”. Di nuovo, c’è una differenza tra includere l’olio di cocco nella dieta e adottare una dieta chetogenica per curarsi, una distinzione che lei stessa non comprende o sceglie di non chiarire ai propri lettori. Ho deliberatamente scelto di passare un bel po’ di tempo sul sito della Newport, dal momento che la sua “storia” e il suo libro vengono spesso citati a sostegno dell’uso di olio di cocco.
La realtà è che non c’è un singolo studio pubblicato che dimostri che esseri umani malati di morbo di Alzheimer siano migliorati o guariti grazie all’assunzione di olio di cocco. Non ci sono nemmeno studi che dimostrino che i trigliceridi a media catena riducano il rischio di Alzheimer o migliorino gli esiti di coloro che ce l’hanno. Il dr. Daniel Hwang, un ricercatore di biologia molecolare che si sta specializzando in acido laurico al Western Human Nutrition Research Center dell’Università della California a Davis, dice, “Si afferma molto che l’olio di cocco può dare benefici per la salute, ma non ci sono ancora dati scientifici concreti a supporto di questo.” [7]
Un sacco di pubblicità all’olio di cocco viene fatta da altre fonti discutibili. Il dr. Mercola consiglia di cucinare con l’olio di cocco perché fa bene al cuore, contiene lo stesso tipo di grassi che si trova nel latte materno, può migliorare la risposta immunitaria, e promuovere la perdita di peso. Ho visitato il sito di Mercola, in cui viene venduto l’olio di cocco. Il sito contiene un video di Mercola che parla dell’olio di cocco e un articolo molto lungo, senza alcuna fonte. Uno dei primi “esperti” menzionati in questo articolo è Weston Price, il dentista che visitò diverse popolazioni primitive per studiare la connessione tra dieta e salute dentale. Price fece diverse osservazioni sulla salute di queste popolazioni che sono poi state smentite. Il suo libro era un diario di viaggio, non un’opera referenziata su dieta e salute. Il video mostra le divagazioni di Mercola sui “tipi da proteine” e “tipi da carboidrati” e incoraggia le persone ad applicare queste categorie a sé stesse per fare scelte dietetiche. Sostiene che se il cocco ti provoca nausea o ti fa star male dovresti assumerne meno e potresti essere un “tipo da carboidrati”. [8]
Non sorprende che il dr. Oz ritenga l’olio di cocco un cibo magico. Nel suo sito è pubblicato un articolo che si intitola “99 usi sorprendenti dell’olio di cocco”. [9] Oz sostiene che l’olio di cocco sia un cibo salutare per il cuore (evidentemente non ha letto le ricerche sui Minangkabau indonesiani e il loro stato di salute), che può aiutare le persone a non ammalarsi quando esposte a virus, a migliorare la funzionalità tiroidea, a migliorare la glicemia, a ridurre il bisogno di insulina, ad aumentare l’energia, a migliorare la digestione, ad aumentare l’assimilazione delle vitamine, ad abbassare il colesterolo e a invertire l’invecchiamento. Sul sito non ci sono fonti a sostegno di queste affermazioni. [10]
Wellness Mama elenca 101 modi per usare l’olio di cocco, e un numero perfino maggiore di affermazioni riguardanti la salute. [11] Alla fine della sua lunghissima lista, scrive che le ricerche dimostrano che l’olio di cocco è in grado di abbassare il colesterolo e la pressione sanguigna, migliorare la funzionalità della tiroide, attivare il metabolismo, rafforzare le ossa, e combattere infezioni e candida. Eccitata di poter effettivamente leggere qualche ricerca, dopo aver passato un paio d’ore a leggere affermazioni non supportate da fonti, ho cliccato sul link e sono finita su un sito chiamato “Tropical Traditions”, che vende prodotti tra cui l’olio di cocco. Le “referenze” del sito sono un libro scritto da uno chef, intitolato Virgin Coconut Oil: How it has changed people’s lives, and how it can change yours [Olio di cocco vergine: come ha cambiato la vita delle persone, e come può cambiare la tua]. Il libro contiene più di 100 storie e 85 ricette. [12] L’autore, Brian Shilhavy, ha una laurea in Bibbia/Greco e un master in linguistica ed è capo esecutivo della Tropical Traditions.
Potrei andare avanti, ma un sito dopo l’altro mostra gli stessi tipi di storie e di affermazioni non dimostrate. E coloro che offrono qualche informazione, come quelli che menzionano le popolazioni la cui dieta include olio di cocco, devono contare sul fatto che nessuno andrà veramente a cercare e a leggere le ricerche, dato che in generale esse supportano la nostra raccomandazione di evitare, non di includere l’olio di cocco nella dieta.
La popolarità dell’olio di cocco si basa su un mito e su una rappresentazione ingannevole. Mentre perdono i bloggers e coloro che condividono le proprie storie personali poiché non comprendono il tipo di prove necessarie a confermare ciò che affermano, ho davvero un problema con i professionisti della salute che cercano di vendere l’olio di cocco. O non lo sanno (allarmante), oppure lo sanno bene e ingannano deliberatamente (ancor più allarmante). In ogni caso, le persone dovrebbero essere molto prudenti nel cercare e valutare informazioni su dieta e salute. La distorsione sembra essere la regola, non l’eccezione, di questi tempi.
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Referenze
- Lindeberg S, Nilsson-Ehle P, Terent A, Vessby B, Schersten B. “Cardiovascular risk factors in a Melanesian population apparently free from stroke and ischaemic heart disease: the Kitava study.” J Intern Med1994 Sep;236(3):331-340
- Lipoeto N, Mmedsci, Agus A et al. “contemporary Minangkabau food culture in Western Sumatra, Indonesia.” Asia Pac J Clin Nutr 2001;10(1):10-16
- Djuwital R, Purwantyastuti2, Kamso S. “Nutrients Intake Pattern of a Minangkabau Ethnic Group.” Makara, Kesehatan 1 Jun 2003;7(1):7-11
- Evacetrapib Fails to Reduce Major Adverse Cardiovascular Events:Trial discontinued after drug shows no clinical benefit, despite impacts on cholesterol, http://www.acc.org/about-acc/press-releases/2016/04/03/13/02/evacetrapib-fails-to-reduce-major-adverse-cardiovascular-events?
- The AIM-HIGH Investigators. “Niacin in Patients with Low HDL Cholesterol Levels Receiving Intensive Statin Therapy.” NEJM 2011;365:2255-2267
- http://www.coconutketones.com/
- Melissa Clark “Once a Villain, Coconut Oil Charms the Health Food World.”New York TimesMarch 1 2011
- http://products.mercola.com/coconut-oil/
- http://www.doctoroz.com/gallery/99-amazing-uses-coconut-oil?gallery=true&page=44
- http://www.doctoroz.com/article/surprising-health-benefits-coconut-oil
- http://wellnessmama.com/2072/benefits-of-coconut-oil/
- http://www.tropicaltraditions.com/book_virgin_coconut_oil.htm
* Elena Wilkins ama le donne, e la sua passione è aiutarle a riprendere controllo sul proprio corpo. E’ specializzata in salute ormonale e femminile e ha passato gli ultimi 9 anni a fare intense ricerche su salute e nutrizione. Attraverso il suo sito, dove offre podcast e coaching, aiuta le donne a muoversi nel mondo dei cibi vegetali e integrali, guarendo dai disturbi, riequilibrando gli ormoni e ripristinando il benessere. Elena è guarita da ipotiroidismo e infertilità applicando i principi che ora insegna.
Sperimentatore e ricercatore del benessere e della salute. Appassionato di alimentazione da oltre 12 anni, applico e diffondo informazioni nel campo della salute naturale e dell’alimentazione a base vegetale a basso contenuto di grassi, ricca in cibi crudi. Scopri di più su di me.
Neanche un accenno al fatto che l’olio di cocco contenga MCT, ossia in italiano trigliceridi a catena media e che quindi, tanto per dirne una, il paragone allarmistico con il lardo sia inutile.
Articolo molto lacunoso e fuorviante.
Personalmente uso, sia in cucina che per applicazioni sulla pelle/capelli, l’olio/burro di cocco vergine fatto in casa da molto tempo ormai. In cucina lo uso x friggere così come il burro chiarificato, mentre uso l’olio di oliva a crudo. I miei valori relativamente al rischio cardiovascolare sono ottimi (colesterolo totale, HDL/LDL, trigliceridi). Seguo una dieta povera in carboidrati insulinici (pasta, pane, riso, pizza, patate, dolci), poche proteine animali, molte proteine vegetali, una buona dose di grassi saturi, semi oleosi e tantissime verdure. Integro con magnesio, potassio, vitamine C,K B ed E, collagene ed acido ialuronico. Faccio esercizio regolarmente. Ho 53 anni.
Che dire sull’articolo? Non saprei proprio. Ci sono altri articoli che affermano esattamente il contrario. Per esempio https://www.onnit.com/academy/the-truth-about-coconut-oil/ dove vengono citate parecchie fonti su studi relativi al consumo di grassi saturi e incidenza di malattie cardio vascolari.
Oppure questo bell’articolo del guardian https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2017/jul/09/coconut-oil-debunked-health-benefits-big-fat-lie-superfood-saturated-fats-lard
che, a leggerlo tutto, non da alcun giudizio definitivo sull’olio di cocco così come per i grassi saturi in generale.
In conclusione, penso che ci sia ancora molto da scoprire su come agiscono determinate molecole che assumiamo con la dieta. Io ascolto il mio corpo e gli do quello che lo fa star bene e l’olio di cocco è uno di questi.
Apparte che il consumo di olio di cocco si consiglia un cucciao o massimo due al giorno..Ed è chiaro che non basta questo olio a contrastare una dieta micidiale di spazzatura varia..per forza si deve abbinare una dieta sana!
Vorrei aggiungere che non fa bene nemmeno utilizzarlo come struccante al contrario di quello che dicono molte blogger poco informate, in quanto il contorno occhi è una parte molto delicata che non andrebbe stressata con sfregamento poiché a lungo andare ne provocherebbe un deterioramento precoce. Il miglior uso che se ne può fare è come impacco per i capelli che ricordo vanno sempre inumiditi prima di utilizzare qualsiasi olio(Lo stesso vale per la pelle)
Grazie Giada, consigli preziosi!
Marco
In realtà proprio perché l’olio di cocco funziona benissimo come struccante perché scioglie letteralmente il trucco occhi, è quello più indicato perché non necessita di sfregamento. Mi basta un pad in cotone passato in maniera super delicata e ho rimosso tutto. Lasciando la pelle morbida ad elastica. Ho 42 anni e non ho una ruga sotto agli occhi, ne borse ne contorno occhi rovinato. Poi quale sarebbe l’alternativa per rimuovere il make up occhi senza sfregamento alcuno? Inoltre per le zone non contorno occhi, un leggero massaggio per stuccare aiuta anche la circolazione donando un bel colorito sano.
sinceramente stavo andando a comprare l’olio di cocco, ma adesso credo che lo userò solo per la pelle.Vi ringrazio
Avete rotto proprio le scatole! Ogni cosa la dovete denigrare…e il cacao, e la curcuma, e l’olio di cocco ecc…io ci vivo di queste cose, come ci vive la mia bisnonna di quasi 100 anni e stiamo benissimo oltre a sembrare mooolto più giovani della nostra età! Siete da denuncia!!
Ciao Monica,
mi dispiace, non sei obbligata a seguirci :-). Mai denigrato la curcuma comunque!
In bocca al lupo per tutto!
Marco
Io penso che tutto dipende anche dall’organismo come reagisce in ognuno di noi. Credo che può essere moderatamente inserito nella propria dieta.
Ciao Michele, certo l’organismo reagisce sempre a tutto. Se inizi a mangiare terra costantemente, esso imparerà a metabolizzarla per la sua propria sopravvivenza. A scapito ovviamente di tante cose. Nessun problema con un uso saltuario dell’olio di cocco; questo articolo vuole solo sfatare il mito che sia un alimento così salutare come pubblicizzato.
Monica condivido quello che dici.E alle case farmaceutiche non conviene certamente che l’olio di cocco (e tante altre prodotti naturali)siano veramente benefici..E tanti “studi scientifici” che “provano” la supuesta inefficacia e anche addirittura il danno che potrebbero provocare i prodotti naturali (e così economici)sono stati promossi dalla industria farmaceutica..
Buongiorno,
Mi sono avvicinata a questo prodotto per provare l’oil pulling dato che avevo problemi di gengive e afte ricorrenti che combattevo con dentifrici, colluttori e gel specifici,avvalendomi anche dello spazzolino elettrico.
Visto l’insuccesso ho voluto provare con l’oil pulling usando olio di cocco … ebbene i risultati sono stati strepitosi: denti e gengive puliti, lisci e privi di placca, gengive rosa(come non ho mai avuto nemmeno da bambina), sgonfie e colletto ben aderente ai denti ma il risultato più soddisfacente è stato, niente più afte. Io non farò più a meno di questa pratica, certo non lo assumerò a cucchiaiate ma qualche volta lo uso volentieri per fare dolci in sostituzione di altri oli vegetali dal sapore più forte, devo dire che il sapore è gradevolissimo.
Per la mia esperienza penso sia un alimento da introdurre con misura nella dieta abituale,
ovvio assumerne grandi quantità giornaliere non sarebbe positivo come per ogni altro grasso.
Grazie del contributo Ela. Sì per l’oil pulling come per la pelle, i capelli etc.. non ha eguali.
Marco
Buongiorno!
Io ho introdotto l’olio di cocco nella mia alimentazione e cura giornaliera….non lo uso quotidianamente ma mi piace il gusto e trovo che alternarlo con altri grassi buoni non abbia creato problemi sul mio corpo. Lo uso poi come cosmetico per la pelle e questa estate mi ha reso la pelle morbida e idratata …inoltre lo trovo ottimo per l’oil pulling del mattino. Non capisco e non condivido questo articolo …nelle giuste modalità lo trovo un ottimo alimento.
Ciao Sabina,
grazie del tuo contributo.
Come sempre la misura nelle cose è fondamentale. Certi siti e autori, però, sembrano appoggiare un uso massiccio di olio di cocco che, a nostro parere, è sconsiderato e non tiene conto dell’effetto di quantità eccessive di grassi sulla salute. Da tempo riteniamo che, in generale, i grassi (anche quelli “buoni”), vadano limitati, soprattutto in forma di oli (che sono prodotti raffinati e concentrati).
Buongiorno, l’autore dell’articolo sostiene che gli studi e i test scientifici a sostegno dei benefici dell’olio di cocco siano non attendibili perchè testati su animali, o perchè a volte discordanti o perchè alcuni basati solo su esperienze personali.
A parte il fatto che questo non equivale a dire che allora faccia male….
Comunque, come consumatore ovviamente sono interessata a capire, e quindi chiedo gentilmente all’autrice di fornirmi un elenco degli studi scientifici sugli esseri umani i cui risultati non siano discordanti con i risultati di altri studi e che dimostrino che l’olio di cocco non solo non abbia le proprietà salutistiche vantate ma che addirittura sia dannoso.
Grazie
Ciao Giada,
l’autrice semplicemente sostiene che le decantate virtù dell’olio di cocco in realtà non sono affatto dimostrate e anzi, se si va a ben vedere, nel caso lo si utilizzi in eccesso (vedi i Minangkabau) le conseguenze sulla salute si fanno sentire.
Da tempo sosteniamo un approccio “low fat”, a basso contenuto di grassi, appoggiato da tutti i massimi esperti di diete vegetali (Esselstyn, McDougall, Campbell, Klaper, Barnard, Goldhammer, ecc.), e l’olio di cocco non fa eccezione.
https://crudoesalute.com/perche-lolio-non-fa-bene-anche-lolio-doliva/
https://crudoesalute.com/grassi-saturi-fanno-male/
un amico del sud mi diceva che al posto
della crema solare usava il burro di cocco
ed aveva una bella abbronzatura senza scottatute.
come rimedio naturale cosa usi te?
o vai sulle creme protettive da supemercato
tipo nivea?
io ho sempre avuto una lieve carenza di vitamina D e leggendo che la ottieni solo
dal sole ora capisco il perche, stavo sempre al ombra di estate e crema prot. 50.
ora cerco di stare al sole il piu possibile
ma un conto è ora ma a luglio e agosto non so come fare.
Ciao Alessandro,
in Italia non uso niente, cerco solo di essere graduale, preparando la pelle poco a poco, altrimenti mi brucerei.
Se vado ai tropici i primi giorni uso crema solare protettiva.
Marco
si sa niente sul l”‘uso di burro di cocco
come crema solare al posto delle
creme vendute?
se funzionasse e proteggesse veramente
ed efficacemente sarebbe intetessante
Ciao Alessandro, non è un buon protettivo, ma aiuta a preparare la pelle a ricevere i raggi solari.
Marco