La Sindrome del Colon Irritabile (IBS, dall’inglese Irritable Bowel Syndrome, o SCI) è una condizione che affligge, secondo le stime, dal 9 al 20% della popolazione mondiale: numeri che la rendono il disturbo gastrointestinale in assoluto più diffuso.
Colpisce soprattutto le donne (ma gli uomini non ne sono esenti), ed è fonte di un disagio costante che può minare sensibilmente la qualità della vita di chi ne soffre.
Sindrome del Colon Irritabile, sintomi e cause
Tra le sindromi più diffuse, assieme alla Sindrome da Fatica Cronica e alla Fibromialgia, la SCI colpisce il colon – cioè il tratto finale dell’intestino – e si traduce in un insieme di sintomi (dolori addominali, affaticamento, dolori muscolari, mal di testa) che oltre al disagio fisico provocano un’ansia latente per il senso di salute non ottimale.
A causa dell’asse intestino-cervello, la connessione tra il sistema nervoso e il microbioma intestinale, chi soffre di IBS infatti spesso lamenta anche sbalzi umorali, annebbiamento mentale e depressione.
Da non confondere con altre malattie del tratto intestinale, come la celiachia o il morbo di Crohn, né con le conseguenze di allergie e intolleranze, i principali effetti della sindrome sono il gonfiore addominale, che si manifesta come una dilatazione anormale della pancia dovuta all’eccesso di gas nell’intestino (molte donne la descrivono paragonandola all’essere incinta) e l’alterazione dei movimenti intestinali.
Questi possono essere rari o troppo frequenti e manifestarsi come diarrea o costipazione, o come un’alternanza delle due. In particolare, risulta assente l’appagante senso di svuotamento che dovrebbe naturalmente seguire al movimento intestinale, che ha tra le altre una importante ricaduta psicologica.
Tuttavia, non provocando danni effettivi e permanenti al colon, e non essendo diagnosticabile attraverso esami clinici specifici, la SCI non è considerata una malattia, né viene studiata come tale.
Le cause infatti sono ancora sconosciute: si propende soprattutto per il funzionamento non ottimale del sistema muscolare che muove il cibo attraverso l’apparato digerente. Altri possibili colpevoli possono essere un non congruo livello di serotonina (il cosiddetto “ormone del buonumore”) nell’organismo, o degli scompensi nell’equilibrio della flora intestinale.
Anche per quanto riguarda i trigger – gli eventi scatenanti – ci si basa ancora sull’osservazione di chi ne soffre: possono essere certi cibi (più avanti vedremo quali), alti livelli di stress e, per le donne, gli sbalzi ormonali legati al ciclo mestruale.
La SCI non viene causata, come erroneamente si crede, da cereali e latticini.
Quali cibi evitare per la Sindrome del Colon Irritabile
Nello scatenare i sintomi della sindrome sembrano giocare un ruolo particolarmente importante le fibre in eccesso, che causano fermentazione all’interno dell’apparato digerente.
I cibi allergenici come cioccolato, latticini e frumento possono agire da trigger, così come quelli fritti, grassi o processati (patatine e crackers, anche se biologici).
Anche l’alcool e il caffè sono da evitare. In genere, qualunque cibo la cui elaborazione da parte dell’intestino comporta un aumento di temperatura e un’acidificazione dell’ambiente diventa una minaccia che può innescare i sintomi della SCI.
J.E. Williams ha redatto una tabella che riassume gli alimenti più dannosi per chi soffre di SCI:
- Cibi a elevato contenuti di FODMAP (quelli cioè che contengono zuccheri, come la frutta molto dolce e gli alimenti ricchi di carboidrati)
- Glutine (quindi tutti i cereali e farine che ne contengono)
- Fritto
- Latticini
- Frutta a guscio
- Cioccolato/Cacao
Sindrome del Colon Irritabile e dieta vegana
Come conciliare il nostro regime alimentare con la SCI
La tabella che abbiamo appena visto non può non accendere un campanello d’allarme: è possibile praticare una dieta vegana – o una vegana crudista – pur soffrendo di Sindrome del Colon Irritabile?
Questi regimi alimentari infatti prevedono l’assunzione prioritaria di frutta, frutta a guscio e verdura, che contiene molte fibre.
La risposta sta in una transizione graduale.
Ti rimandiamo all’articolo di J.E. Williams che abbiamo tradotto per approfondire questo delicato argomento. L’autore spiega che chi soffre di CSI e pratica l’alimentazione vegana crudista, o si sta avvicinando ad essa, deve dapprima allontanarsi dai cibi che per lui agiscono da trigger (quelli della tabella, ma non solo).
In seguito, dovrà dapprima praticare un’alimentazione di transizione che preveda l’assunzione di verdure cotte. La frutta e la verdura crude sono infatti ricche di fibre, e possono rappresentare un cibo di difficile digestione. Una volta normalizzate le funzioni dell’intestino, sarà possibile passare (o tornare) a una dieta vegana e crudista.
Questa può essere una strategia, anche se contro-intuitiva, per affrontare la questione CSI.
Un altro modo di affrontare una dieta vegana di transizione che elimini i cibi pericolosi – in particolare i FODMAP – puoi trovarlo qui (in inglese): [https://www.theveganrd.com/2016/03/vegan-diets-and-irritable-bowel-syndrome-the-fodmap-approach/ ].
Teniamo sempre a mente però l’unicità del corpo di ogni persona: i trigger sono diversi per ciascuno, e le risposte del corpo anche.
Una serie di accorgimenti inoltre, che coinvolgono tutti gli ambiti della vita, permettono di migliorare non solo il rapporto con il cibo – e quindi la salute dell’apparato digerente – ma anche il benessere psicologico e spirituale.
Mangiare più fibre, masticare più a lungo, consumare pasti più piccoli e mantenersi bene idratati, ad esempio, sono le azioni da intraprendere sul piano delle abitudini alimentari.
Altre sostanze ed elementi naturali, come la menta, l’olio di cocco, i probiotici e gli enzimi, la vitamina C e il magnesio rappresentano altre armi da usare per combattere la sindrome.
L’esercizio fisico moderato ma costante, lo yoga e la meditazione, l’agopuntura e il massaggio permettono di ridurre o eliminare le fonti di stress che si ripercuotono negativamente sulla salute e possono attivare la SCI.
A breve tradurremo un articolo di Kevin Gianni proprio su questi comportamenti “virtuosi”.
Come curare il Colon Irritabile con Rimedi Naturali
“Si agisce modificando la dieta, integrando con supplementi di fibre o prescrivendo farmaci più o meno specifici. Si osservano gli eventuali risultati ed eventualmente si corregge il tiro.”
Questa è la procedura “medica” per affrontare la Sindrome del Colon Irritabile.
Tuttavia, questi rimedi puntano a curare i sintomi della sindrome, ignorandone le cause – soprattutto quelle di ordine psicosomatico. Ne deriva una soluzione pressoché sempre temporanea.
E’ invece possibile intervenire con le piccole modificazioni che abbiamo visto – dello stile di vita, del regime alimentare e delle abitudini – e osservare dei benefici che diventano via via più importanti.
Facendo attenzione ai segnali che ci dà il nostro corpo, eliminando alcuni alimenti e praticando un regime alimentare di transizione è possibile liberarsi di questo disagio, seguire una dieta ricca di cibi crudi e, quindi, godere di tutti i benefici che questa comporta.
E’ uno di quei casi lampanti nei quali la scienza non sa cosa dirci… ma il nostro organismo sì. Ascoltiamolo!
Il Dr. J. E. Williams è un medico statunitense di medicina integrata che cura e rivitalizza pazienti anche a livelli di malattia avanzati. La sua missione è supportare la “medicina alternativa” con le ultime ricerche scientifiche. Oltre che medico, è autore di sei libri e di più di 200 articoli e insegnante universitario. Il dr. Williams è anche un etnografo e un naturalista. Nel 2010 ha fondato Ayniglobal, un’organizzazione non-profit dedicata alla protezione della cultura, dell’ambiente e dei diritti intellettuali degli indigeni.