Questo articolo va a sfatare il mito del lavaggio del fegato come pratica salutare e disintossicante. Frederic descrive la sua esperienza e in modo critico spiega i meccanismi che causano l’illusione dell’espulsione dei calcoli. Non vuole essere necessariamente a sfavore di questa pratica, ma solo smentire le presunte prove scientifiche a riguardo, portando il lettore a ragionare con spirito critico e buon senso su una pratica piuttosto diffusa. Le conclusioni le lasciamo a te.
di Frederic Patenaude
La Mia Esperienza di Lavaggio del Fegato
Immagina di bere un’intera tazza di olio d’oliva e mezza tazza di succo di limone. Questo sovra-dosaggio di grasso presumibilmente induce il fegato a rimuovere i calcoli che sono bloccati in esso. È la procedura per la cosiddetta pulizia del fegato (che spesso prevede anche clisteri di caffè e un intero giorno di solo succo di mela).
Lo provai dopo una conferenza di David Jubb, e non è un’esperienza che raccomanderei a nessuno.
Che dire delle “pietre” del fegato? Dopo il “lavaggio” vidi le mie “pietre” e rimasi scioccato. Ce n’erano almeno 12 e alcune erano grandi quasi come una pallina da golf, e la maggior parte meno della metà di quelle dimensioni.

Alcune “pietre” espulse col lavaggio del fegato
Il mio primo pensiero fu: impossibile! Sapevo che quelle “pietre” non erano ciò che sarebbero dovute essere. Erano verde brillante, proprio come l’olio d’oliva che avevo bevuto. Non potevano essere semplicemente quello, ovvero olio solidificato?
Rivolsi la domanda a David Jubb. Mi guardò con rabbia e mi disse: “Sei un microbiologo, Fred? No! Ebbene, io lo sono, quindi posso dirti che queste pietre non sono solo olio. È il tuo fegato che sta eliminando i calcoli”.
Essere un microbiologo è forse un requisito per il buon senso? Sentivo che qualcosa riguardante la teoria della pulizia del fegato non fosse corretta.
Parlai con alcune persone che mi dissero di aver fatto il lavaggio e conservato le loro “pietre”, e scoprii con stupore che le pietre si erano sciolte durante la notte.
Le pietre non sono altro che olio saponificato – ovvero il risultato di un’indigestione.
I sostenitori della pulizia del fegato affermano che la procedura può migliorare la digestione, eliminare le allergie e anche liberare da tutti i tipi di dolori corporei, oltre che dare più energia.
Se i calcoli giganti del fegato o della cistifellea fossero così comuni, sarebbero rilevabili da un semplice esame a ultrasuono. Il condotto biliare in sé non potrebbe mai ospitare una pietra delle dimensioni di una pallina da golf e farlo passare.
Uno studio medico pubblicato sul Lancet nel 1999 così conclude:
“Una donna di 40 anni è stata indirizzata al policlinico con una storia di 3 mesi di dolore ricorrente grave dopo un sovradosaggio di grassi. L’ultrasuono addominale ha mostrato i calcoli biliari multipli di 1-2 millimetri nella cistifellea.
Aveva recentemente seguito un regime di “pulizia del fegato” su consiglio di una erborista. Questa dieta consisteva nell’assunzione di succo di mela e di verdura fino alle 18.00, senza altro cibo, seguita dal consumo di 600 ml di olio d’oliva e 300 ml di succo di limone per diverse ore. Questa attività ha portato al passaggio indolore di più “pietre” verdi semisolide dal retto nelle prime ore del mattino successivo.
La donna raccolse e conservò nel congelatore le suddette pietre presentandole poi in clinica.
L’esame microscopico delle pietre del nostro paziente ha rivelato che mancava qualsiasi tipo di struttura cristallina; fuse in un liquido oleoso verde dopo 10 min a 40°C, non contenevano colesterolo, bilirubina o calcio come rilevato attraverso i metodi chimici stabiliti. Le tecniche tradizionali di estrazione del grasso fecale hanno indicato che i calcoli contenevano acidi grassi che richiedevano idrolisi acida per rilasciare acidi grassi liberi prima dell’estrazione nell’etere. Questi acidi grassi rappresentavano il 75% del materiale originale.
La sperimentazione ha rivelato che miscelando uguali volumi di acido oleico (il componente principale dell’olio d’oliva) e succo di limone si producevano diverse sfere bianche semisolide, dopo l’aggiunta di una piccola quantità di una soluzione di idrossido di potassio. Con l’asciugatura all’aria a temperatura ambiente, queste sfere sono diventate abbastanza solide e dure.
Concludiamo, quindi, che queste “pietre” verdi sono il risultato dell’azione delle lipasi gastriche sui triacilgliceroli semplici e misti che compongono l’olio d’oliva, producendo acidi carbossilici a lunga catena (principalmente acido oleico). Questo processo è stato seguito dalla saponificazione in grandi micelle insolubili di carbossilati di potassio (il succo di limone contiene un’alta concentrazione di potassio) o “pietre di sapone”.
Frederic Patenaude è attivamente presente nel movimento della salute naturale da più di 18 anni, e ha 23 anni di esperienza nel campo della nutrizione, della salute e dello sviluppo personale. E’ autore di diversi libri in lingua inglese e i suoi articoli vengono letti da decine di migliaia di persone ogni settimana. Scopri di più su Frederic
Ho effettuato personalmente almeno 18 lavaggi epatici consecutivi, espellendo prodotti diversi ogni volta: palline verdi e morbide, pietrine marroni e “sonanti”, dure e cristallizzate ed il cosiddetto “fango epatico”, fino alla conclusione del processo, che si ha dopo che per due lavaggi consecutivi non si sia espulso nulla.
Sono un’igienista naturale e, dopo aver sperimentato in prima persona, seguo chi si rivolge a me per avere supporto in questa pratica.
Nella mia esperienza ho constatato che il lavaggio del fegato funziona eccome!
Mi sento di lasciare questa testimonianza perchè ritengo che l’esperimento di Patenaude sia incompleto perchè dichiara di aver effettuato un solo lavaggio, mentre i risultati apprezzabili si hanno dopo una serie di pratiche consecutive.
Rispetto al commento del medico specializzando che afferma che i dotti biliari siano troppo piccoli per il passaggio dei calcoli faccio notare che una parte fondamentale di questa pratica è l’assunzione dell’acido malico – che ammorbidisce i calcoli, e del solfato di magnesio – che ammorbidisce i dotti biliari.
Se la procedura fosse fasulla come affermato nell’articolo si dovrebbe avere ogni volta una produzione uguale, mentre in realtà in ogni lavaggio si espellono forme differenti fino ad arrivare agli ultimi lavaggi nei quali non si espelle nulla.
Prima di dare giudizi così tranchant sarebbe meglio sperimentare a fondo, e mi meraviglio della superficialità con la quale Patenaude – che ho sempre rispettato come autore e ricercatore – ha liquidato il tema del lavaggio epatico.
Ciao, avrei bisogno di contattarti, potrei lasciarti il mio numero? Magari potresti mandarmi un SMS col tuo numero? Grazie!
Buonasera Isadora, potrei avere un confronto con te? Avrei un problema da risolvere e potresti aiutarmi… Puoi scrivermi a silvia.orciari@libero.it
Ho eseguito per 9 volte consecutive il lavaggio epatico(qualche anno fa) . Fin dalla prima volta ho avuto effetti altamente positivi e la mia alimentazione nonché umore, nonché fisico sono modificati. Più presente anche come attenzione. Proprio per quello che significa organo FEGATO. Ora ne sento ancora il bisogno e lo eseguiro’ bel volentieri. A proposito il procedimento NON È quello che ho letto in questo “articolo “. Adriana
Ciao Adriana, potresti gentilmente spiegarmi quale è il procedimento che hai eseguito te?
trovi tutto nel sito del dottor Limontini
https://www.dottorlimontini.it/medicina-cellulare/come-depurare-il-fegato/
ma se acquisti il libro di Andreas Moritz è meglio.
Salve a tutti, ho cercato delle informazioni riguardo a questo lavaggio epatico in quanto una mia conoscente lo ha fatto più volte e ne parlava in maniera convinta ed entusiasta. Tuttavia, essendo medico e per di più all’ultimo anno di specializzazione in chirurgia generale (branca della medicina che, per chi non lo sapesse, si occupa, tra le varie cose, anche delle patologie della via biliare e proprio dei famigerati “calcoli del fegato”), ho sempre avuto dei forti dubbi, ma, dato che prima di esprimere un giudizio bisognerebbe essere informati, ho cercato notizie a riguardo. Dopo aver letto questo articolo e anche lo studio pubblicato su Lancet e qui riportato, posso dire che i miei dubbi sono stati confermati. La prima cosa che ho sempre sostenuto è che non è possibile emettere con le feci dei calcoli di quelle dimensioni. Il dotto cistico (il canale che collega la cistifellea alla via biliare principale) ha un diametro di circa 4-5 mm…e non possono passare oltre calcoli di dimensioni maggiori. Basterebbe questo per far cadere la teoria del lavaggio epatico. Inoltre il colore dei calcoli biliari varia in base alla % di componente di colesterolo, sali biliare e pigmenti, ma mai raggiungono un colore così verde. Insomma, i calcoli biliari non si “tolgono” con il lavaggio epatico, ma con la chirurgia e/o l’endoscopia (ERCP). Se presenti calcoli di dimensioni < 5 mm (microlitiasi) nella cistifellea c’è indicazione alla colecistectomia (asportazione della cistifellea: intervento ormai eseguito per via laparoscopica, con degenze di 2/3 giorni al massimo), il tutto per scongiurare le complicanze della microlitiasi, come, tra le più gravi, la pancreatite acuta (infiammazione del pancreas che può raggiungere anche gravità tali da ricovero in urgenza). Quindi, non capisco come credere che quella roba trovata nelle feci possano essere dei calcoli del fegato e soprattutto non capisco chi è perché sponsorizza questa pratica. Comunque, continuerò a informarmi sul lavaggio epatico, proprio per capire come mai sia così diffuso.
Io ho fatto il lavaggio del fegato all’età di 20 anni, in seguito a una allergia improvvisa ed inspiegabile: alla polvere, al sole, se passavo da un ambiente freddo al caldo, se mi lavavo con acqua calda, quasi tutti i cibi, le pastiglie, mai avuto una cosa del genere. Mi gonfiavo in viso, diventavo rossa su tutto il corpo e prendevo tantissimo cortisone. Nemmeno i dottori non trovavano la spiegazione. Ecco che ho sentito del lavaggio. L’ho fatto la prima volta e ho espulso alcuni calcoli di misura contenibile, un po’ più piccoli dell’unghia del mignolo. Non sono stata per niente male. Poi l’ho fatto il mese dopo, e il terzo mese ancora. Al terzo mese non ho espulso nessun calcolo, e non ho più l’allegria. Ora faccio il lavaggio almeno una volta all’anno e per ora che ho 25 anni, non ho più espulso nessun calcolo. Per il fatto di stare un po’ male, dipende da persona a persona. Per questo è consigliabile farsi aiutare da qualcuno. È comunque un intervento importante.
Andate sul gruppo Lavaggio epatico e vedete che è tutto vero. Ci sono persone che eliminano i calcoli prima di prendere l olio. Oltre questo c’è uno studio olandese.
Ciao ! non l’ho mai fatta per fortuna, accipicchia che fregatura !!
isaura
Scusate ma dadove vengono espulsi i calcoli?
i “presunti” calcoli vengono espulsi dall’ano, insieme alle feci…
il lavaggio del fegato lo fatto anch io. 5 anni fa ho avuto la mia prima colica biliare dall eco grafia risultava la mia cistifelea piena di calcoli .il lavaggio epatico mi e stato consigliato da un amica.lo fatto per ben 15 volte ogni volta ho espulso calcoli verdoni verde pisello gialli marroni e anche schiume bianche inoltr ua volta ho espulso calcoli di colore scuro erano duri come la pietra .dopo aver fatto il lavaggio mi sono sentita sempre bene l ultima volta che ho fatto il lavaggio del fegato non ho espulso nulla solo acqua.
Spiegatemi perché allora la prima volta che l’ho fatto mi sono usciti dei sassi grossi mentre le successive sempre più piccoli.. seguendo sempre la stessa procedura..
Il lavaggio del fegato l’ho fatto anch’io un anno fa. Ho espulso una quindicina di i calcoli di cui il più grande era di mezzo centimetro e tutti di colore verde. Li ho conservati per un po’ di tempo sopra ad una mensola e di tanto in tanto andavo a rivederli… fino a quando sbadatamente qualcuno ci ha messo dei libri sopra e questi si sono sgretolati. Che siano stati calcoli veri ho grasso condensato dell’olio d’oliva bevuto, Comunque sia sono stata contenta di averlo fatto perché mi sono sentita bene per un bel periodo. Dal punto di vista psicologico senz’altro mi ha giovato perché la convenzione era che fossero calcoli biliari veri. Ed ora? Mi tengo lontana da quei cibi che contribuiscono a formarli.
Ornella